domenica 19 gennaio

Giovanni vede il peccato, lo sa riconoscere ovunque si nasconda e lo addita, fino a gridare, così da svegliare le coscienze intiepidite dalla sufficienza nella quale riposano. Giovanni vede i peccatori, li guarda in faccia, si pone accanto a loro, arriva a immergersi con loro, sostenendoli perché non affondino, e li conosce a tal punto da saper chiamare ciascuno per nome. Ma vedere semplicemente il peccato (altrui) è cosa semplicissima; vederlo e mettersi accanto al peccatore è palliativo, illusoria filantropia. Manca una visione, quella che appartiene al profeta: Giovanni in mezzo alla moltitudine di peccati e alla folla di peccatori vede la Salvezza. Non si lascia distrarre da “urgenze sociali”, non si lascia ammaliare dal fascino di avere lui dei seguaci, ma è tutto rivolto a Colui che, unico, può davvero risolvere il problema. Tra i sentieri dei dispersi, Giovanni accetta di essere semplicemente l’indicazione per la Porta sicura: il profeta vede e indica, non salva e non si illude di poterlo fare. Non c’è visione senza indicazione, non c’è Fede senza profezia, non c’è Carità senza l’umiltà di essere notati solo per un istante, nella gioia di farsi guardare solo per far vedere un Altro. Vedere è indicare: questa è la regola della profezia.
+ Vangelo di San Giovanni [1,29-34]
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio»