Riflessioni sul Vangelo di martedì 23 aprile
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Riflessioni sul Vangelo di martedì 23 aprile

Martedì 23

Non è possibile ascoltare il timbro umano della voce di Gesù, ma le sue parole è ancora possibile ascoltarle. Oltre alla parola della sacra Scrittura, il Signore continua a parlare personalmente per mezzo delle ispirazioni dello Spirito Santo. Queste sono quei pensieri che giungono inaspettati e improvvisi alla nostra mente e che ci suggeriscono di far del bene, o di far qualcosa e di evitarne qualcun altra. Dal loro ascolto e dalla loro osservanza ne deriva una gran pace al nostro cuore. Il pensiero di compierli ci dona una grande serenità.

Gv 10,22-30

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».