L´Annunciazione
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L´Annunciazione

Contemplando il Mistero dell’Annuncizione…
 
La genealogia del Signore, nel Vangelo, si interrompe con Giuseppe. È da Maria che fu generato Gesù. Come?
Scrive l’evangelista: “Questa è l’origine di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo sposata a Giuseppe…”.
Per comprendere quello che l’evangelista ci scrive ci dobbiamo rifare all’istituto matrimoniale giudaico che era completamente molto diverso dal nostro.
Il matrimonio si divideva in due tappe: la prima che si chiamava sposalizio e quindi le persone erano lo sposo e la sposa, la seconda, un anno dopo, che si chiamava le nozze dove sono marito e moglie. Perché questa istituzione?
La necessità della moglie nel mondo giudaico era quella di avere figli sani e figli robusti. All’età di 12 anni e un giorno per la femmina e di 18 anni e un giorno per il maschio, c’era la prima fase di questo matrimonio.
Lo sposo accompagnato dai genitori si recava in casa della sposa. Normalmente era quella la volta che lo sposo conosceva la sposa perché la sposa gliela avevano scelta i genitori come ancora oggi si usa fare in molte popolazioni.
E quindi lo sposo conosceva lì per la prima volta la sua sposa che veniva valutata centimetro per centimetro perché doveva essere forte per partorire e possibilmente figli maschi. Veniva stabilita la dote, normalmente la contrattazione durava anche tre giorni. Dopodiché, al termine di tutto questa contrattazione, l’uomo collocava il velo della preghiera (sapete che nel mondo ebraico sono gli uomini ad avere in testa il velo della preghiera) sopra il capo della moglie e diceva: tu sei la mia sposa, e lei diceva: tu sei il mio sposo.
Da quel momento sono sposo e sposa. Poi lo sposo tornava a casa sua.
Era soltanto un anno dopo, quando questa volta la sposa riccamente addobbata, accompagnata da un corteo di amiche entrava nella casa dello sposo e venivano celebrate le nozze e il congiungimento tra i due sposi. In questo arco di tempo era proibito per loro avere alcun tipo di rapporto sessuale o coniugale.
Quindi questo è importante per comprendere quello che l’evangelista ci dice: “sua madre Maria, essendo sposata a Giuseppe”, quindi sono già passati nella prima fase di questo matrimonio, prima che andassero insieme, cioè prima di passare nella seconda fase, “si trovò incinta di Spirito santo”.
L’Evangelista non intende scrivere un trattato di ginecologia o di biologia, ma una profonda riflessione teologia: è questo che lui ci trasmette.
Lui vuol farci comprendere che in Gesù c’è l’azione dello spirito di Dio.
Il termine spirito significa vita, respiro. Allora in Gesù si manifesta la pienezza, la potenza dell’azione creatrice dello Spirito. Come nel libro del Genesi c’è scritto che lo spirito di Dio aleggiava sulle acque, quindi era Colui che coordinava la creazione, così la nuova creazione è opera dello spirito di Dio. Quindi per l’evangelista in Gesù si manifesta in pienezza, in compiutezza, l’azione del creatore.
Questo ci vuol dire; le modalità come questo è avvenuto all’evangelista non interessano e non sta a noi investigare con inutili domande o ricerche che esulano dal testo dell’Evangelista.
L’Evangelista vuol dire che in Gesù si manifesta la divinità per opera dello Spirito Santo.
Questa sarà la strada percorsa da Gesù, una strada tutta in salita, che gli porterà tante difficoltà allora come oggi. Vedete a quell’epoca era conosciuta l’aspirazione degli uomini di avere la condizione divina.
Tutti coloro che detenevano un potere, lo vedremo poi quando faremo il vangelo di Luca con Cesare Augusto, detenevano una condizione divina. Ebbene Gesù non si presenta come un uomo, un uomo particolare, un uomo eccezionale che ha raggiunto nella sua vita la condizione divina, ma Gesù si presenta come un Dio che si è fatto uomo e questo era inaccettabile allora come oggi.
E’ comprensibile un uomo che diventi Dio, ma che Dio diventi un uomo questo era inaccettabile perché Dio nell’immaginario, nella tradizione, è qualcosa di infinito, qualcosa di potente: che Dio si manifesti in un uomo questo è intollerabile allora come oggi, ma è questo che gli evangelisti ci trasmettono.
E qui l’evangelista ci presenta il dramma dello sposo.