Silenzio su Maria
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Silenzio su Maria

 

 

 

"L'ha detto la Madonna!".

Capita spesso di udire, oggi, questa perentoria asserzione a giustificazione delle più bislacche affermazioni nel campo religioso.

Così si propagandano povere idee umane come provenienti dal cielo.

Vacillanti devozioni ricevono la grazia divina e si finisce, a poco a poco, per confondere la

coraggiosa discepola di Cristo con la piagnucolosa mamma celeste delle molte pseudo- apparizioni.

Tentare di unire la Maria dei Vangeli e la Mamma celeste dei visionari, significa diluire la straordinaria e unica figura della madre discepola del Cristo nella paccottiglia delle credenze

più stravaganti.

Chi fu realmente Maria?

Che ne sappiamo di Lei?

Come era la sua vita quotidiana?

Quali furono le difficoltà che, come tutti gli esseri umani, dovette affrontare?

Il Concilio Vaticano II "esorta caldamente i teologi e i predicatori della Parola Divina, ad astenersi con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure dalla grettezza di mente nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio". (Lumen Gentium, 67)

 

La ricerca delle tracce di Maria nel Nuovo Testamento può sembrare deludente.

Di Lei alcuni autori parlano pochissimo e altri per niente.

Paolo, fondatore di tante comunità cristiane, non fa alcun accenno alla madre del Cristo se non indiretto ("nato da donna", Gal 4,4). Nelle Lettere di Giovanni , di Giacomo, di Pietro e di Giuda non c'è la minima indicazione riguardo a Maria.

Solo nei Vangeli (Atti compresi) si parla di Lei.

Perché?

Per la Chiesa è stato l'approfondimento della conoscenza di Gesù che poco a poco ha fatto scoprire la grandezza della madre.

Non "Ad Jesum per Mariam" ma "Ad Mariam per Jesum", a Maria attraverso Gesù.

Più la Chiesa scopriva la grandezza e l'unicità di Gesù, il Figlio di Dio, più andava scoprendo

l'unicità e la grandezza di Maria, madre e discepola del Cristo, proponendola come esemplare modello di credente.

L'approfondimento della Scrittura permette di riscoprire Maria quale l'avevano intesa molti Padri della Chiesa, da Atanasio ad Agostino: sorella nella fede. Una sorella con la quale camminare, abbandonando quelle immagini "soggette all'usura del tempo, bisognose di

un rinnovamento" (Marialis Cultus, 24) che non rendono giustizia alla Sua  vera grandezza.

Dall'esame dei testi che la riguardano, scopriremo così che Maria "mai fu la donna passivamente remissiva di una religiosità alienante" (MC 37), ma una donna sempre aperta al nuovo, anche quando questo le costava fatica e dolore.

 

Maria non è la chioccia sotto le cui ali cercare la protezione, ma la donna con la quale 

camminare insieme affinché siano "rovesciati i potenti dai troni, innalzati gli umili , ricolmati

di beni gli affamati e rimandati a mani vuote i ricchi" (Lc  1,52-53).

E' questa la Maria che emerge dalla riflessione sui Vangeli.

Una donna che è grande non solo perché è la madre di Gesù, ma anche perché ne diventa la fedele discepola, e si pone a fianco del giustiziato contro chi lo ha crocifisso, schierandosi così per sempre a favore degli oppressi, dei poveri, dei disprezzati.

 

La Vergine di Nazaret è il sigillo dell'ottimismo di Dio sull'umanità, il segno di quanto il Creatore stimi l'uomo, di come abbia bisogno di lui per portare a compimento la sua creazione ed essere padre per tutti gli uomini.

Per questo la madre di Gesù viene presentata dagli evangelisti come il segno tangibile di quel che Dio può realizzare con ogni creatura che non metta ostacoli alla potenza del suo amore.

 

 

 

                 Alberto Maggi