sabato 16 marzo
“se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?”. Che tradotto significa: se ti comporti a specchio rispetto alla gente che hai di fronte dov’è la tua identità? Dov’è il tuo essere davvero libero? Se tu sei buono perché di fronte hai uno buono, e se sei cattivo perché di fronte hai uno cattivo allora tu chi sei davvero? Quello buono o quello cattivo? Si, spesso ci comportiamo non decidendo ma reagendo a ciò che abbiamo davanti. Amiamo perché amati, odiamo perché odiati, feriamo perché feriti, abbracciamo perché abbracciati. Ma essere liberi è tutt’altra cosa. La perfezione alla quale siamo chiamati non è assenza di errore ma il desiderio profondo di usare la nostra libertà fino in fondo nel bene e nel male.
Dal vangelo secondo Matteo 5, 43 - 48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».