Martedì 18 marzo
Anche ai tempi di Gesù la gerarchia religiosa era motivo di scandalo: la grandezza della Parola annunciata si scontrava con una certa meschinità dell’annunciatore. Gesù non ha paura di ammettere che sia così, ma non cede al fascino di una religiosità individuale, sprezzante della dimensione istituzionale. Quella Parola, benché non vissuta pienamente, è comunque annunciata: se hai la possibilità di viverla degnamente, è grazie a quelle persone che indegnamente la trasmettono! Non cercare maestri, padri o guide: ne rimarresti deluso. Cerca fratelli che, come te, “dicono e non fanno”, ma non per questo smettono di provare ogni giorno a credere.
Mt 23,1-12
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare "guide", perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».