Riflessioni sul Vangelo di martedì 16 aprile
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Riflessioni sul Vangelo di martedì 16 aprile

Martedì  16

La folla chiede: quale segno fai perché possiamo crederti? Quale segno? Prego? Come? Ha appena sfamato cinquemila persone! Di quanti segni necessitiamo per credere? Perché continuiamo a ricattare Dio? Si aspettano la manna, ovvio. Si aspettano che continui quella grazia. Ma scordano un dettaglio: la manna veniva donata giorno per giorno, un pezzetto alla volta, per non abituarsi, per non sedersi, per non credere di essere arrivati.

La folla chiede: dacci questo pane. Non è una preghiera autentica, la loro, non converte il loro cuore, non sono ancora disposti a mettersi in gioco, neanche un po’. Chiedono, ma per avere ancora, senza cambiare, senza convertirsi. Gesù dice di essere l’unico che sazia la fame interiore. Che abbia ragione?

Gv 6, 30 – 35

«Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.