Riflessione sul Vangelo di giovedì 5 ottobre
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Riflessione sul Vangelo di giovedì 5 ottobre


Giovedì 5

72, perché la missione non è affare di discepoli specializzati, non richiede un patentino speciale ma è la dimensione abituale di ogni discepolo. O siamo missionari là dove viviamo, cioè capaci, con la nostra vita, di dire Cristo, o non siamo Chiesa. Il discepolo che vive il vangelo lo comunica prima con la sua quotidianità che con le parole. E Gesù spiega il modo di annunciare: non da navigatori solitari ma in coppia, cioè in comunione perché la Chiesa non è composta da leader carismatici ma da fratelli, senza grandi mezzi o strutture, condividendo fino in fondo le gioie e le speranze di coloro che incontriamo. Il volto di Chiesa che dobbiamo ancora completare parte proprio dalla consapevolezza che dobbiamo tornare a dire il Cristo a coloro che pensano di conoscerlo!

 Lc 10,1-12
Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: È vicino a voi il regno di Dio.
Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”.