Venerdì 29
La preghiera di "Colletta" ci ricorda che gli angeli stanno davanti a Dio per servirlo e contemplare la gloria del Suo volto per trasmetterla a noi uomini; noi abbiamo bisogno di riscoprire la gloria di Dio perché l’uomo è immagine di Dio e dobbiamo allora riscoprire quella gloria dell’uomo che si chiama rispetto: per ogni uomo, per qualsiasi uomo, non perché rappresenta qualcosa o ci può dare qualcosa ma, semplicemente, perché è un uomo.
Nello stesso tempo, gli angeli sono vicini a noi e sono grandi e veri amici dell’umanità pellegrina sulla terra, al punto che quella stessa preghiera evidenzia che angeli e uomini sono chiamati a cooperare per portare a compimento nella storia il disegno divino della salvezza.
Essere nei cieli – come accade per gli angeli – non vuol dire essere lontani o distanti; al contrario, significa essere là dove tutto si vede e tutto si abbraccia. Se vogliamo essere aderenti alle cose della terra, alziamo di più lo sguardo in alto.
E allora alzare gli occhi al cielo, ritornare a mettere Dio al centro del nostro orizzonte e al posto che gli spetta (il primo!) e chiedere – con un atto di umiltà che ci fa tanto bene – l’aiuto e la protezione degli angeli, ossia di coloro che stanno davanti e vicini a Dio, non solo non ci sottrae dal nostro vivere terreno e dai nostri impegni (e doveri) quotidiani ma è, anzi, garanzia e sostegno forte per il nostro cammino, per discernere con sapienza e portare avanti al meglio quelle scelte che la realtà attuale, con le sue fatiche e difficoltà, ci richiede e ci impone.