Riflessioni sul Vangelo di martedì 2 maggio
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Riflessioni sul Vangelo di martedì 2 maggio

Martedì 2

In un mondo che ha sempre fretta di farci sentire dei "padrieterni", Gesù ha l’unica urgenza di sentirsi eternamente figlio. Chi perde il Padre, perde ogni possibilità di generare la vita.

Gv 10,22-30i
Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d’inverno.
Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”.
Gesù rispose loro: “Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io dò loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola”.