Riflessione sul Vangelo di  22 marzo
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Riflessione sul Vangelo di 22 marzo

Lunedì 22

Una donna colta in flagrante adulterio (ah già, e l’uomo che era con lei?) portata davanti a Gesù per essere giudicata. Una trappola dei farisei ben congeniata: Gesù è un lassista? Oserà contestare Mosé? Dove andremo a finire! Senza regole come può esserci religione! Piovono pietre su questa donna. Non ha un nome, né un volto: è una peccatrice. Non ha dignità, né ragioni: è una peccatrice. Va punita, ha trasgredito la legge. Piovono pietre nelle nostre parole: sempre indulgenti a giustificare noi stessi, impietosi nel giudicare i comportamenti degli altri. E Gesù tace. Tace perché conosce, tace scrivendo in terra (cosa?), tace sconfortato dalla durezza del cuore dell’uomo. In cosa ha sbagliato Dio? Come portare questa gente (e noi) nel modo di vedere di Dio? Sì, è peccatrice, ha sbagliato. E allora? Chi non sbaglia? Chi è senza colpa? Già ci giudica la vita, la società, il datore di lavoro, noi stessi. Tutti ci giudicano, Dio no. Dio ama, e basta. E questa donna così viene liberata. 

Gv 8,1-11
gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.