Riflessioni sul Vangelo di martedì 26 gennaio
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Riflessioni sul Vangelo di martedì 26 gennaio

Martedì 26

La conversione di uno suscita la conversione di tanti. È proprio così: il "sì" detto da Paolo a Dio è diventato fecondo e ha suscitato una innumerevole moltitudine di altri "sì". La fede si trasmette da bocca ad orecchio, da persona a persona, da cuore a cuore. Nessuno si converte per posta o si convince alla fede dopo avere letto un libro. Solo la testimonianza schietta, credibile, affascinante di un credente suscita la fede. Se io, Paolo, sono credente, se il Vangelo ha radicalmente trasformato la mia vita, nonostante i miei limiti, è perché altri, prima di me hanno creduto. E se altri, dopo di noi, crederanno, è solo perché questa catena non viene interrotta. 

2 Tm 1, 1 - 8


Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te.
Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.