Domenica 23 agosto
Non gli importa cosa gli altri dicono di lui. Gli importa cosa ne penso io. Proprio io.
Possiamo vivere tutta la vita frequentando messe e sgranando rosario. Senza mai lasciarci scuotere, smuovere, interrogare. Perché altro è dire di essere credenti, altro credere. Altro è discutere di donne e di uomini, di affetti e conquiste. Altro innamorarsi. Chi è per me Gesù? Oggi, ora. Qui. State attenti a non rispondere in fretta. Regalatevi dieci minuti seri.
Simone il pescatore osa, si schiera. Gesù è uomo pieno di fascino e di mistero. Di più. È un profeta. Di più. È il Messia.
Facile dirlo, per noi. Ma per chi stava lì con lui, con il falegname di Nazareth, è un’affermazione sconcertante. Gesù non era un uomo di cultura, e neppure un sacerdote del tempio.
Per Simone, dire che Gesù è il Cristo è un salto mortale. E Gesù gli restituisce il favore. Gesù gli risponde: “Tu sei Pietro”.
Simone non sa di essere Pietro. Sa di essere cocciuto e irruente. Ma, riconoscendo in Gesù il Cristo, scopre il suo nuovo volto, una dimensione a lui sconosciuta, che lo porterà a garantire la saldezza della fede dei suoi fratelli.
Pietro rivela che Gesù è il Cristo, Gesù rivela a Simone che egli è Pietro. Scambio di cortesie.
Mt 16, 13 - 20
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».