Sabato 22 agosto
Cercare approvazione, ostentare devozione, farsi chiamare con titoli onorifici, non sono forse tentazioni quanto mai attuali? Siamo credibili solo se crediamo e viviamo le parole che chiediamo ad altri di condividere! Il vangelo ci scortica vivi, ci obbliga ad essere sinceri, senza nasconderci dietro ridicole scuse. Uno solo è il nostro Maestro e la nostra guida, e, nella Chiesa, anche chi ha ruoli di servizio, lo sa bene. Se un prete o un catechista carismatici ci aiutano a incontrare Dio è solo per agganciarci a Lui. Il modello del cristiano è chi, come san Paolo, può dire: fatevi miei imitatori come io lo sono di Cristo (1Cor 1,11).
Mt 23,1-12
“Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare ’’rabbì’’ dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare ’’rabbì’’, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno ’’padre’’ sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare ’’maestri’’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”.