Riflessioni sul Vangelo mercoledì 5 agosto
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Riflessioni sul Vangelo mercoledì 5 agosto

Mercoledì 5 agosto

Ma Gesù è un razzista, asseconda lo stereotipo del giudeo che si occupa solo dei suoi correligionari? Alla donna non importa molto chi sia Gesù: è un santone come altri, la sua non è fede ma superstizione ossessiva e fanatica. Non può incontrare Dio, non è nemmeno presente nel suo orizzonte di riferimento. E Gesù tace: perché dovrebbe occuparsene? Perché distogliere la sua attenzione dai figli? La provocazione è violenta, forte, sconcertante. Io mi sarei offeso e me ne sarei andato. La donna no: accetta la provocazione, riflette, dà ragione a Gesù: è proprio un cane, non le importa nulla del Signore. Ma a volte i cani leccano le briciole che cadono dalla tavola dei padroni. Quante volte anche noi ci comportiamo così, rivolgendoci al Signore solo quando la sofferenza bussa alla nostra porta! 

Ed ecco una donna Cananea si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.