Riflessioni sul Vangelo sabato 18 luglio
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Riflessioni sul Vangelo sabato 18 luglio

Sabato 18 luglio

Loro uccidono, Cristo guarisce. Sulla bocca lo stesso Dio, davanti agli occhi gli stessi uomini, ma solo Cristo li chiama fratelli, solo Cristo lo chiama Padre. Mi sembra evidente, a questo punto, che credere non significhi altro che vedere in modo unico ciò che tutti possono vedere. Credere è la prospettiva perfetta, disegnata da quei punti fissi che sono Dio e il fratello, nella quale ogni persona si rivela come vivente. Credere è scegliere l’altro come vivente anche nella morte del suo annientamento, della sua infermità, del suo peccato. Credere è scegliere l’Altro come vivente anche nella morte del Suo silenzio, della Sua lontananza, della Sua incomprensibilità. Credere è vedere la vita, non per illusione, ma per realismo, perché la Vita ha vinto.  

+ Vangelo di San Matteo 12, 14 - 21

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».