Domenica 25
Scandaloso che questo “altro” sia sempre “oltre”: non poteva essere un po’ più afferrabile? Invece seguirlo significa sempre inseguirlo e raggiungerlo, di fatto, è sempre un essere aspettati. Capire e carpire non diventano mai sinonimi, perché l’oltre è sempre misurato da uno spazio insuperabile di mistero, custode della profonda identità dell’altro. Questo scandalo si chiama amore, che poi non è altro che la scelta di abitare la giusta distanza che mi permetta sempre di (ri)conoscere l’altro.
«Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Gv 6,60-69