Martedì 6
Succede qualcosa simile a quando, uscendo all’aperto da una stanza buia, improvvisamente la luce del sole ci abbaglia e subito ci apre su un nuovo panorama. Ci sono occhi infangati e occhi limpidi. Ci sono cuori contaminati e cuori liberi. Dal momento in cui gli apostoli hanno visto il Signore trasfigurato sul monte, hanno imparato a guardare il mondo e gli avvenimenti, le cose e le persone, con un occhio luminoso e un cuore colmo di speranza. Faticosamente, dolorosamente, passando attraverso la croce, hanno imparato a guardare la realtà come la vede Dio e ad affrontarla con cuore riconciliato e con opere di carità e di giustizia.
Mc 9, 2-10
«Rabbi, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.