Riflessioni sul Vangelo di domenica 7 luglio
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Riflessioni sul Vangelo di domenica 7 luglio

Domenica 7

Se per annunciare il Vangelo aspettiamo che le circostanze siano favorevoli, aspetteremo fino all’ultimo giorno. L’ultimo giorno è già arrivato e le circostanze favorevoli sono quelle che stiamo vivendo. Gesù non si trattiene addosso il drappello dei discepoli ma li manda ‘nelle periferie’ a giocarsi il primo annuncio della storia, sbaragliando incertezze, attese, corsi di preparazione, strategie e indugi. I discepoli, liberi da ogni bene e ricchi soltanto dell’annuncio di Cristo, sperimentano una cosa nuova, operano grandi prodigi e si esaltano per il grande risultato della loro missione: non se l’aspettavano proprio. Quando ritornano dalla missione e raccontano le cose grandi che hanno potuto compiere nel suo nome, Gesù ribalta la questione. Non è il conteggio dei risultati che vale; il frutto più importante della missione non è il bene fatto agli altri. E’ invece il bene fatto a noi stessi: da oggi i nostri nomi sono scritti nel cuore di Dio.

I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». Lc 10,1-12.17-20