Domenica 16 febbraio
Vangelo lungo? No, abbondante. Se fosse un articolo di giornale allora sì, dovremmo dire semplicemente “lungo”. Ma se ci mettiamo nella prospettiva giusta, quella di un Dio che ci sta parlando, allora dovremmo dire “abbondante”. “Lungo” dice di qualcosa di faticoso e magari anche noioso, “abbondante” dice di una pienezza offerta, perché vi si attinga. Se poi andiamo al contenuto ci verrebbero altre domande. Richieste esagerate? No, cuore immenso. Fondamentalismo? No, pienezza. Bontà eccessiva? No, carità perfetta. E forse molte altre. Cristo con il suo continuo “ma IO” segna in modo deciso il passo dei Suoi: non ci basta la misura della terra, non ci è sufficiente un orizzonte piatto. Magis, “di più”, questo è il Vangelo che chiede di scriversi nella nostra carne: nel panorama umano i cristiani non vivono come gli altri e non fanno nemmeno cose “al posto di” altre, ma vivono “oltre”, superano, eccellono, si distinguono. Perché? Perché non si accontenta del mondo chi ha incontrato Cristo, perché Cristo è radicalità di pienezza, dunque gioia inesauribile. «Chi si accontenta, gode così così» [Ligabue], ma nessun cristiano accetterebbe di godere solo “così così” la vita: il cristiano vuole più vita, magis, vuole La Vita. Che differenza c’è tra una gallina ed un’aquila? La prima guarda solo a terra, per questo razzola; la seconda ha il coraggio del Cielo verso cui alza la testa, e vola. Vertigine eccessiva? No, semplicemente Cielo, semplicemente vita.
+ Vangelo di San Matteo [5,17-37]
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».