sabato 12 ottobre
Pare che la nostra gioia, per essere solida, per non vacillare, abbia bisogno di "amuleti o reliquie". Hai bisogno di "cose sue" (anche semplici ricordi) per poter dire, «sì, ci amiamo davvero, vedi? Questa foto è di quel momento unico, bellissimo...mi sento così fortunato!». Poveri noi: beatitudine non è avere, beatitudine è appartenere. Se tu lasci che Gesù tocchi, intrida, pervada tutto ciò che hai e che sei, allora e solo allora tutto diviene unico, bellissimo, allora sei davvero fortunato ed è gioia, talmente profonda da poter dire «beato me!».
+ Vangelo di San Luca [11,27-28]
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».