Riflessioni sul Vangelo di lunedì 3 maggio
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Riflessioni sul Vangelo di lunedì 3 maggio

Lunedì 3

Due apostoli (Filippo e Giacomo) ci richiamano alla saldezza della nostra fede, alla verità delle nostre certezze. Essi hanno faticato, lottato, creduto. Così possiamo imparare da loro, imitare il loro ardore, compatire i loro (e nostri) limiti ed errori. Filippo è di Betsaida, la città di Pietro. Discepolo del Battista, lo troviamo entusiasta discepolo di Gesù. Uomo di mezzo, del confronto, del meticciato, pontiere per vocazione, pur essendo di ascendenze greche (così lascia supporre il nome), ha fra i suoi amici Natanaele il conservatore, ma a lui si rivolgono i pagani per incontrare Gesù. Ben diverso da Giacomo cugino di Gesù e vescovo di Gerusalemme, autore delle lettere apostoliche che portano il suo nome, conosciuto nella comunità per la sua continuità con la tradizione ebraica (eccessiva, secondo san Paolo). Persone molto diverse per carattere ed esperienza e che, pure, hanno saputo superare le differenze mettendo al centro il Signore Gesù.

Gv 14,6-14
Gesù disse a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”.
Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?
Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.
Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.