Giovedì 14
La nostra venerazione non si ferma al legno. Il nostro atto di adorazione termina in Colui che su quella croce ha dato la vita, a Colui che si è così profondamente svuotato di sé per noi, da morire su quel legno per i nostri peccati, per comunicarci la sua vita. A me oggi questa solennità richiama questo: accettare di vivere in perdita: lavorare in perdita, soffrire in perdita, morire in perdita. Senza calcoli, senza tornaconti, senza ragionevolezza. Sul calvario non si ragiona, si contempla. E si contempla Cristo che sulla croce si dona totalmente e con amore. Con la croce di Cristo, il mondo ha preso una nuova dimensione, la dimensione di quelli che danno la vita per coloro che amano.