Riflessioni sul Vangelo di martedì 5 settembre
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Riflessioni sul Vangelo di martedì 5 settembre

Martedì 5

A Nazareth la folla è scandalizzata da Gesù. Non vede in lui che il figlio del falegname. A Cafarnao, invece la folla rimane sbalordita dal suo insegnamento autorevole. La stessa Parola la possiamo respingere, allontanare, farla diventare strumento di divisione e di polemica oppure accoglierla come Parola liberante e autorevole. È il nostro cuore che ne attiva l’efficacia o la smorza, che la lascia fiorire o appassire, che la rende inutile o capace di convertire il nostro cuore.

Scese a Cafàrnao e di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: “Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: “Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?”. E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Lc 4, 31 - 37