Riflessioni sul Vangelo di sabato 2 settembre
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Riflessioni sul Vangelo di sabato 2 settembre


Sabato 2

Cinque talenti. Tre. Uno. Ci ha riempiti di preziosità, siamo colmi di valore. E noi che passiamo il tempo a lamentarci, a fuggire la realtà rifugiandoci in improbabili sogni, a consumarci nell’invidia e nella rabbia! Noi che pensiamo di non valere nulla o di non avere avuto delle possibilità, che rischiamo di seppellire il dono che siamo senza renderlo dono per gli altri! Siamo preziosi non perché straordinariamente capaci ma perché amati. E sta a noi scoprire in cosa consiste il nostro talento: forse nell’ascolto o nella pazienza, o nel buonumore. Tutti abbiamo un dono da scoprire, non da sotterrare sotto metri di depressione e sensi di colpa! Tutti abbiamo risorse da mettere in gioco per il bene comune, per far crescere la Chiesa e l’umanità. Scopriamo, allora, il nostro talento e mettiamoci in gioco!

Mt 25,14-30
“Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il talento sotterra: ecco qui il tuo.
Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.